lunedì, maggio 28, 2007

Aih la politica


L’ACCIDIA
E’ uno dei sette peccati capitali cui nessuno sfugge, chi più chi meno.
Viene rappresentata con immagini diverse




delle quali queste tre sono efficacemente significative.
All’accidia vengono attribuiti vari significati riconducibili però, a ben vedere, allo stesso massimo comune denominatore.
Solo sull’etimologia di questa parola sono tutti d’accordo nel precisare la sua derivazione dalla parola greca
ACHEDIA
composta dall’ alfa negativa – senza - e kedia – cura.
Da qui vengono le ulteriori definizioni attribuitele col tempo a seconda del campo in cui si introduceva:
- fastidio del fare del bene, in campo sociale;
- abbandono, mancanza di rispetto delle regole religiose, in campo spirituale.
Vi chiederete il perché di questo mio interessamento nei riguardi dell’accidia.
Passando dal campo spirituale a quello pratico della vita di tutti i giorni si deve convenire che in questa nostra epoca è proprio l’accidia che la fa da padrona ed è per questo che a Lodi si è tenuto dal 08 al 20 maggio un convegno per discutere sulla ricerca dei modi per ovviare alla indifferenza morale, e combattere, usando le parole del sindaco promotore di questa iniziativa,
“ l’inoperosità davanti alle sfide più coinvolgenti…dare scacco matto all’accidia è dunque scrutare il volto presente nella nostra quotidianità e contrapporvi, soprattutto tra le generazioni più giovani, nuove e forti modalità di impegno, di approfondimento, di coinvolgimento civile, sociale e culturale”.
Affermavano i latini
quisque faber fortunae suae
ma che poi l’impegno in prima persona produce beneficio per tutti.
In un periodo in cui si va diffondendo in maniera dilagante il qualunquismo a causa dei comportamenti di alcuni personaggi politici e non, ma comunque invischiati in essa per interessi personalissimi o di lobby a loro vicine, che hanno incominciato all’unisono a sparare ad alzo zero contro la “politica” questo convegno è apparso appropriato ed opportuno.
La politica è la linfa della democrazia, non bisogna mai dimenticarlo.
Sono solo alcune regole della politica da cambiare, riportandole ad un maggior contenuto democratico.
Una per tutte: che il nostro Parlamento non sia più il rifugio di pregiudicati ed indagati, occorre rivedere subito le regole delle immunità parlamentari perché se tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge non riesco a capire come mai, per atti, documenti o frasi che nulla hanno a che vedere col mandato parlamentare la Commissione che decide sulle richieste dei vari Procuratori della Repubblica dia sempre risposte negative.
Poi a fronte dei ricorsi alla Corte Costituzionale dei vari Pubblici Ministeri che decide sul conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato, la Consulta dà il via libero ai procedimenti penali.
La Corte Costituzionale è inondata da ricorsi per questo atteggiamento da parte dei Commissari parlamentari.
C’è poi il caso di un parlamentare, condannato in via definitiva all’interdizione perpetua dai pubblici uffici che ha ancora il seggio in Parlamento con tanto di relativo stipendio; sono soldi nostri, tanto paga Pantalone, vero avv. Previti ?



Nessun commento: