LE ELEZIONI
E
I VARI SISTEMI ELETTORALI
Parte II^
Il sistema maggioritario
e
proporzionale
In linea generale può dirsi come in una nazione dove è radicato profondamente il bipartitismo politico il sistema elettorale maggioritario sia quello che più degli altri può assicurare una valida e duratura governabiltà: chi vince le elezioni assume la guida del Paese e chi le perde va alla opposizione.
In questo caso problemi non ce ne sono in quanto la distribuzione dei seggi è a netto favore del partito che ottiene più voti.
In Italia, invece, dove a cicli continui sorgono nuove piccole formazioni politiche, è solamente il sistema proporzionale che può dare rappresentanze parlamentari di vario genere; ma la nostra storia ci ricorda che pur avendosi in Parlamento una vasta gamma di eletti di varie forze politiche, e quindi un livello di democrazia molto ampio, tale composizione rende alquanto difficoltoso l’iter delle leggi approvande nonché una scarsa forza al governo di turno, soggetto spesso a “ricatti politici” anche da forze politiche minoritarie.
Ad ovviare questo effetto si tende a ricorre di norma, quale palliativo, alle c.d.
clausole di sbarramento
che prevedono, su scala nazionale, un minimo di percentuale di voti da raccogliere perché un partito possa concorrere all’aggiudicazione dei seggi.
In questo caso si determina un sistema del tutto ibrido in quanto all’interno del sistema proporzionale viene introdotto un quid del maggioritario, tanto più allorchè lo sbarramento dovesse prevedere una percentuale di almeno il 3%.
A maggior ragione ciò avviene con la previsione di percentuali maggiori; quanti partiti, infatti, non entrerebbero in Parlamento ?
Ad evitare dispersioni o addirittura perdita di suffragi i partiti con modesta rappresentanza nel Paese sono costretti ad apparentarsi tra loro in modo da poter così sperare nel superamento del quorum fissato come soglia per concorrere all’assegnazione dei seggi.
Ma, oltre all’apparentamento – vedasi ad esempio la lista de L’Unione alle ultime politiche che vedeva per le elezione della Camera dei Deputati sotto lo stesso simbolo DS e DL Margherita – viene prevista alle liste collegate, qualora raggiungano una certa percentuali di voti, un premio di maggioranza cioè l’assegnazione di un maggior numero di seggi di quelli che spetterebbero in base alla sola determinazione proporzionale.
Il sistema proporzionale prevede anche che i voti “avanzati” a ciascun partito dopo l’assegnazione dei seggi nelle varie Circoscrizioni elettorali – i c.d. resti - vengano fatti confluire per ciascuna lista nel Collegio unico nazionale perché si provveda all’assegnazione dei seggi rimanenti non assegnati.
Ad esempio: nelle ultime elezioni politiche del 2006 l’UDEUR, non ha superato su scala nazionale lo sbarramento del 2% ma ha ottenuto alla Camera dei Deputati ben 14 seggi per due motivi; sia perchè:
- con il suo 1,4 % è risultata la formazione politica più vicina alla percentuale prevista dal minimo previsto;
- con il c.d. “diritto di tribuna” – per essere l’Udeur di Mastella presente entro la coalizione dell’Unione.
Quello del diritto di tribuna è un'altra stupefacente trovata legislativa che odora lontano un miglio di incostituzionalità, creata appositamente al fine di favorire quei piccoli partiti dell’estremismo di destra raccattati dall’ex premier in prossimità delle elezioni politiche, anche se poi è andata anche a vantaggio dell’Udeur.
Perché anticostituzionale; l’art. 48 della nostra Carta Costituzionale afferma che “il voto è personale ed eguale….”; ne discende da ciò che ogni voto deve avere lo stesso peso politico, principio che non pare rispettato da una norma, come questa introdotta nell’ultima legge elettorale, che prevede uno sbarramento nella misura 4% per un partito che si presenta da solo mentre, se collegato ad una coalizione che avesse ottenuto su scala nazionale il 10% dei suffragi, lo sbarramento in parola era ridimensionato al 2 %.
Viene sintomatico affermare come alcuni deputati UDEUR siano stati eletti con il “soccorso” dei voti ottenuti da altri partiti
Al Senato, invece, ottiene 3 seggi per aver superato lo sbarramento del 3 % in Basilicata, Campania (2 seggi) e Calabria (1 seggio).
Si parla adesso di una nuova legge elettorale mentre è iniziata la raccolta delle firme per un referendum popolare abrogativo del porcellum; ma la bozza Chiti non ha raggiunto un numero sufficiente di consensi tra i vari partiti per cui ancora tutto in discussione nella ricerca della massima con divisibilità, come si conviene a leggi di questa importanza per la vita di un Paese e come non venne fatto dal precedente governo per il porcellum (legge 21 dicembre 2005 n. 270) che venne approvato a maggioranza, all’interno della coalizione del centrodestra.
Un vero e proprio insulto a quella più volte decantata democrazia che poi, all’atto pratico, si è sempre dimostrata una vera e propria millanteria .
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