ma Arlecchino le cantava a tutti scherzando e ridendo
Vedremo mai sul Il Giornale di famiglia una battuta simile alla rovescia ?
E poi la chiamano Casa della Libertà, di fare solo quello che vuole il capo.
Commenti su questioni politiche, sociali, economiche,di costume,giuridiche e un pizzico di satira.
Il motto: uno per tutti e tutti per uno.
Con buona pace di Fini e Casini.
Ma la Michela Vittoria Brambilla,
nota anche come Miky coscialunga, dove la metterà ?
Nell’acquario di Arcore assieme all’altro delfino FINI ?
SEMPRE LO STESSO CALICE E GLI STESSI DUE PROFILI UMANI CHE PERO’ CAMBIANO DI COLORE.
BASTA DARE UN SOLO COLPO DI PENNELLO AD UN OGGETTO, TANTO DA FARLO DIVENTARE DA BIANCO CHE ERA DI COLORE NERO; MA NON SOLO. L’AIUTO DI UNO SFONDO FA SI CHE CAMBINO DI COLORE ANCHE I PROFILI.
NON TUTTI PERO’, SFORTUNATAMENTE PER LORO, RIESCONO AD INTRAVEDERE PRONTAMENTE NELLE DUE FIGURE OLTRE AL CALICE, CHE E’ IL PUNTO CENTRALE DEL TEST PSICOLOGICO, ANCHE I DUE PROFILI UMANI.
MORALE
BASTA POCO PER SCAMBIARE LUCCIOLE PER LANTERNE O VICEVERSA.
A fronte di un problema personale non tutti si comportano alla stessa maniera; c’è chi ci ragiona su con la propria testa per risolverlo ed altri che, invece, nell’incapacità di farlo, credono giusto dare credito a chi promette l’elisir di lunga vita.
RICORDATEVI QUESTO MESSAGGIO PERCHE' SERVIRA' A MEGLIO COMPRENDERE COME SIA FACILE CADERE NEI VARI TRANELLI CHE ALCUNE PERSONE PREPARANO PER NOI TUTTI ALLORCHE' ESTERNANO I LORO PENSIERI
DOPO AVER BEVUTO SEI BIRRE
Ruotate la testa, la vostra e non quella della vecchietta, e constaterete di quali miracoli sia capace di fare la birra
CHI BEVE BIRRA TORNA INDIETRO DI CENT’ANNI
TENETE BENE A MENTE ANCHE QUESTO POST PERCHE' SERVIRA' A MEGLIO COMPRENDERE COME SIA FACILE CADERE NEI VARI TRANELLI CHE ALCUNE PERSONE PREPARANO PER NOI TUTTI ALLORCHE' ESTERNANO I LORO PENSIERI
PUBBLICITA’ REALE
SE COSI’ NON VUOI RIMANERE
USA
COLGATE
TUTTE LE SERE
In Italia, invece, dove a cicli continui sorgono nuove piccole formazioni politiche, è solamente il sistema proporzionale che può dare rappresentanze parlamentari di vario genere; ma la nostra storia ci ricorda che pur avendosi in Parlamento una vasta gamma di eletti di varie forze politiche, e quindi un livello di democrazia molto ampio, tale composizione rende alquanto difficoltoso l’iter delle leggi approvande nonché una scarsa forza al governo di turno, soggetto spesso a “ricatti politici” anche da forze politiche minoritarie.
Ad ovviare questo effetto si tende a ricorre di norma, quale palliativo, alle c.d.
clausole di sbarramento
che prevedono, su scala nazionale, un minimo di percentuale di voti da raccogliere perché un partito possa concorrere all’aggiudicazione dei seggi.
In questo caso si determina un sistema del tutto ibrido in quanto all’interno del sistema proporzionale viene introdotto un quid del maggioritario, tanto più allorchè lo sbarramento dovesse prevedere una percentuale di almeno il 3%.
A maggior ragione ciò avviene con la previsione di percentuali maggiori; quanti partiti, infatti, non entrerebbero in Parlamento ?
Ad evitare dispersioni o addirittura perdita di suffragi i partiti con modesta rappresentanza nel Paese sono costretti ad apparentarsi tra loro in modo da poter così sperare nel superamento del quorum fissato come soglia per concorrere all’assegnazione dei seggi.
Ma, oltre all’apparentamento – vedasi ad esempio la lista de L’Unione alle ultime politiche che vedeva per le elezione della Camera dei Deputati sotto lo stesso simbolo DS e DL Margherita – viene prevista alle liste collegate, qualora raggiungano una certa percentuali di voti, un premio di maggioranza cioè l’assegnazione di un maggior numero di seggi di quelli che spetterebbero in base alla sola determinazione proporzionale.
Il sistema proporzionale prevede anche che i voti “avanzati” a ciascun partito dopo l’assegnazione dei seggi nelle varie Circoscrizioni elettorali – i c.d. resti - vengano fatti confluire per ciascuna lista nel Collegio unico nazionale perché si provveda all’assegnazione dei seggi rimanenti non assegnati.
Ad esempio: nelle ultime elezioni politiche del 2006 l’UDEUR, non ha superato su scala nazionale lo sbarramento del 2% ma ha ottenuto alla Camera dei Deputati ben 14 seggi per due motivi; sia perchè:
- con il suo 1,4 % è risultata la formazione politica più vicina alla percentuale prevista dal minimo previsto;
- con il c.d. “diritto di tribuna” – per essere l’Udeur di Mastella presente entro la coalizione dell’Unione.
Quello del diritto di tribuna è un'altra stupefacente trovata legislativa che odora lontano un miglio di incostituzionalità, creata appositamente al fine di favorire quei piccoli partiti dell’estremismo di destra raccattati dall’ex premier in prossimità delle elezioni politiche, anche se poi è andata anche a vantaggio dell’Udeur.
Perché anticostituzionale; l’art. 48 della nostra Carta Costituzionale afferma che “il voto è personale ed eguale….”; ne discende da ciò che ogni voto deve avere lo stesso peso politico, principio che non pare rispettato da una norma, come questa introdotta nell’ultima legge elettorale, che prevede uno sbarramento nella misura 4% per un partito che si presenta da solo mentre, se collegato ad una coalizione che avesse ottenuto su scala nazionale il 10% dei suffragi, lo sbarramento in parola era ridimensionato al 2 %.
Viene sintomatico affermare come alcuni deputati UDEUR siano stati eletti con il “soccorso” dei voti ottenuti da altri partiti
Al Senato, invece, ottiene 3 seggi per aver superato lo sbarramento del 3 % in Basilicata, Campania (2 seggi) e Calabria (1 seggio).
Si parla adesso di una nuova legge elettorale mentre è iniziata la raccolta delle firme per un referendum popolare abrogativo del porcellum; ma la bozza Chiti non ha raggiunto un numero sufficiente di consensi tra i vari partiti per cui ancora tutto in discussione nella ricerca della massima con divisibilità, come si conviene a leggi di questa importanza per la vita di un Paese e come non venne fatto dal precedente governo per il porcellum (legge 21 dicembre 2005 n. 270) che venne approvato a maggioranza, all’interno della coalizione del centrodestra.
Un vero e proprio insulto a quella più volte decantata democrazia che poi, all’atto pratico, si è sempre dimostrata una vera e propria millanteria .
Ma cosa c’entra questa foto, si è una piazza ma forse non intendeva questa, ma non era per caso piazza affari ?
Ma no, è proprio la piazza piazza punto e basta
Eccola qui la foto giusta
Accidenti alla fretta, meglio allora, per non sbagliare, un filmato girato
da Emilio Fede dopo aver smesso di attirare la gente a suon di tamburo
assume subito una forma ubiqua: miracolo, miracolo urla, balbettando per l’emozione, il prelato
vedendo discendere sulla terra il suo pelato
Baget bozzo rimane quindi ammutolito, stucchito (termine da me inventato - a risparmio di spazio - per evitare il solito “rimasto di stucco”), quasi stecchito, ma
il Piero esclama subito: però dietro al berluska c’è un’ombra !
Replica el purter : ma quai ombria, lè ammò lù, lè istèsse.
Lui ci mette la faccia e l’ombra la parola
E’ stato sempre così e non cambierà mai più.
Il lupo alle volte vuole far credere di aver perso il pelo ma il vizietto non lo perderà mai; eccotelo saltar fuori spesso e volentieri allorché non ha niente di serio da dire: allora dà fiato ai suoi sproloqui !
Come quelli di ieri su sarkò che, a suo dire, l’avrebbe imitato.
Meno male che non lo ha fatto altrimenti in una francia legalitaria ed immune dal virus berlusconico sarebbe già dietro le sbarre.
Il nuovo Direttore Generale della RAI deve essere Meocci, ebbe ad ordinare il re delle Antenne; ed i suoi fedeli e servizievoli scudieri eseguirono alla lettera l’ultimatum del loro sovrano nonostante questo candidato unico inamovibile fosse ineleggibile.
Ma ci si chiese, come mai ancora il Meocci, proprio lui e non un altro pur appartenente alla cordata berlusconiana ?
Per fregare Cattaneo, altro pupillo reale caduto presto in disgrazia.
Gente che va, gente che viene nonostante che il Meocci Alfredo fosse stato in precedenza, nel periodo andante dal 1998 al 2005, un componente della Authority per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) sotto la cui sorveglianza è appunto la RAI.
Non è uno sfizio, quello del re sì però, o una rappresaglia della sinistra ma una precisa norma della legge 481 del 14 novembre 1995 approvata ancor prima di questa pagliacciata voluta ed imposta da Sua Antenna reale, la quale, all’art. 2 punto 9, così recita:
“ Per almeno quattro anni dalla cessazione dell’incarico i componenti delle Autorità non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con le imprese operanti nel settore di competenza; la violazione di tale divieto è punita, salvo che il fatto costituisca reato, con una sanzione pecuniaria pari, nel minimo, alla maggiore somma tra 50 milioni di lire e l’importo del corrispettivo percepito e, nel massimo, alla maggiore somma tra 500 milioni di lire e l’importo del corrispettivo percepito. All’imprenditore che abbia violato tale divieto si applica la sanzione amministrativa pecuniaria pari allo 0,5 per cento del fatturato e, comunque, non inferiore a 300 milioni di lire e non superiore a 200 miliardi di lire, e, nei casi più gravi o quando il comportamento illecito sia stato reiterato, la revoca dell’atto concessivo o autorizzativo. I valori di tali sanzioni sono rivalutati secondo il tasso di variazione annuo dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati rilevato dall’ISTAT”.
Che il centrodestra, ben fornito da una fitta schiera di esimi avvocati, compresi i molti di casa reale, sconoscesse questa norma appare lecito dubitarne; ma cosa ci si poteva aspettare da quella sorta di governance in cui un parlamentare, difensore di fiducia in un processo che vedeva imputato il premier, scrive di tutta fretta una legge fatta approvare di corsa dal Parlamento dai fidi deputati, rimandata indietro senza firma dall’allora Capo dello Stato perché puzzava d’incostituzionalità, con pervicacia rimandata alla firma dopo aver cambiato qua e là qualche virgola, per salvarlo ? Ed incostituzionale lo era, almeno in parte, proprio quel punto che, per puro caso, risolveva il problema reale; non vale che poi il premier sia stato assolto sebbene che un altro suo amicone è stato condannato con sentenza definitiva per aver corrotto, non certo per un proprio interesse, qualche giudice, così per sport, visto che frequentava un circolo romano di canottieri.
Allora, ritornando al nostro Meocci, nonostante quella norma lo “sconsigliasse”, questo signore, ex DC poi ex CCD poi qual irrequieto emissari confluito nel calderone dell’Udc, viene eletto Direttore Generale della RAI con i voti di questi consiglieri facenti parte del
Consiglio di amministrazione:
Giuliano Urbani (FI), Marco Staderini (UDC), Gennaro Malgieri (AN), Angelo Maria Petroni (di area AN) e Giovanna Bianchi Clerici (Lega)
Mentre contrari sono stati i consiglieri espressione del centrosinistra.
Questa nomina non poteva che suscitare gli alleluia di alcuni ministri e deputati di non provate capacità intellettive perché, a fronte di una nomina illegale, ecco che spudoratezza:
1. Landolfi, AN, ministro delle comunicazioni: “Ti senti al settimo piano o al settimo cielo?” Scambio di battute puerili e promessa del Meocci al ministro che avrebbe lavorato “nell’esclusivo interesse dell’azienda”. Senza tuttavia precisare di quale azienda si trattasse.
2. Buttiglione, UDC – ministro per i Beni Culturali - “Meocci, soluzione di alto profilo”. Guardando la sua foto non parrebbe che occhi e naso siano sulla fronte, il profilo, in quanto a lineamenti sembrerebbe, almeno all’apparenza, del tutto normale.
3. Follini, - leader dell’UDC, nel 2005 non si turava ancora il naso – “Meocci porterà qualità di equilibrio e saggezza” da acrobata.
4. Martusciello - vice ministro Beni Culturali- “La nomina di Meocci è motivo di grande soddisfazione”.
5. Mastella – allora, come adesso, un po’ di qua e un po’ di là, in attesa che gli passi sotto il naso la balena bianca: “A Meocci auguri di buon lavoro”. Il futuro ministro della Giustizia beh, lasciamo andare.
Tra i commenti contrari le cronache ebbero a riportare quelli della Melandri – “La nuova azienda ha addosso le impronte digitali del premier” – e come darle torto, di Gentiloni e Giulietti i quali prevedevano, da buoni profeti, come sarebbe andata a finire.
A farla corta, l’Authority, accertata e dichiarata l’incompatibilità del Meocci , multa la RAI per 14,3milioni di euro ed il Meocci a 363 mila euro.
La decisione invece di calare a danno dei contribuenti sarebbe stato giusti accollarla a quei cinque personaggi di cui sopra per palese incapacità di esistere moralmente.
Ma proprio nessuno conosceva quella norma impeditivi più volte sollevata come eccezione dai consiglieri del centrosinistra nel corso della riunione che vide eletto il Meocci ?
Certo che lo sapevano ma….il volere reale garantiva loro, a quel tempo, ogni impunità
Il TAR del Lazio conferma la decisione dell’Authority ed il Consiglio di Stato, in ultima istanza, rigettò il ricorso RAI.
Ma, in fondo, di che vi lamentate afferma il Meocci; è una partita di giro in quanto la multa è stata pagata dalla RAI alla Tesoreria di Stato e siccome la RAI è statale, allora dov’è il danno procurato ?
Bel tipo.
Intanto, alla fine di questo discorso, c’è la notizia della richiesta di rinvio a giudizio dei 5 consiglieri dell’ave Meocci da parte del PM dr. Adelchi D’Ippolito per abuso d’ufficio continuato ed aggravato – a causa della multa di notevole entità che andrà a gravare su tutto noi.
Il GUP Giorgio Maria Rossi a decidere in merito alla richiesta del PM.
Chissà se il ministro Mastella provvederà, secondo sua usanza, ad inviare anche a Roma, come ha fatto in più occasioni per quella di Potenza, gli ispettori a ravanare in Procura capitolina – il viaggio è alquanto breve - oppure si vergogna per quello che ha detto nel 2005 ?
Indubbiamente per quegli italiani che tirano a campare per arrivare a fine mese le tasse sono sinceramente molte e le aliquote delle imposte superiori a quelle di altre nazioni europee; tuttavia il deficit che ci ha lasciato in eredità il precedente governo non consente oggi che lievi correzioni per i redditi più bassi, sia da pensione che da lavoro dipendente, i cui percettori sono gli unici che non hanno potuto scaricare su altri soggetti il rincaro dei prezzi; alludo ai liberi professionisti, ai commercianti ed a coloro che lavorano in proprio molti dei quali, dopo aver aumentato i prezzi, attraverso vari sotterfugi, sono riusciti anche ad evadere il fisco.
La stessa Unione Europea, nei confronti della quale abbiamo assunto precisi obblighi da rispettare in tema di bilancio statale non può per ora permetterci altre soluzioni se non quella di restringere la spesa pubblica e di arrivare sotto il 3 % del rapporto tra PIL e debito pubblico.
Raggiunto questo traguardo allora sì che bisognerà metter mano alla diminuzione della pressione fiscale.
Ma la Guardia di Finanza sta svolgendo vaste operazioni per stanare coloro che hanno evaso per anni il fisco, 3 milioni di euro qua, 6 di là e così via e giornalmente ne vengono scovati tanti di evasori totali o parziali, ma prima perché no ?
Pensateci su bene e traetene le conclusioni.
Il “tesoretto” accumulato in questo primo anno andrà speso in maniera equilibrata ma occorre tenere in debito conto che le classi meno abbienti non riescono ad arrivare a fine mese.
Le imprese hanno in gran parte già beneficiato con la legge finanziaria di quest’anno del cuneo fiscale ma le statistiche parlano del calo dell’occupazione in seno alle industrie e pretendono, tramite Confindustria, altri aiuti: sarà necessario, per non perdere credibilità, che chi di dovere spenda parsimoniosamente in aiuti per le imprese ma solamente a favore di quelle che i posti di lavoro a tempo indeterminato li crea davvero.
Infine, una curiosità relativa alla conta dei soldi di cui al “tesoretto”, o meglio una confidenza; certo per un comune mortale occorreva per contare banconota per banconota e centesimo per centesimo 10 miliardi di euro occorreva una vita me per lui sono bastati tre o quattro giorni in tutto, pur frammezzando la fatica con gite, assieme a buona compagnia, alla villa del cactus.
Ma ecco la spiegazione.
Ossessionato dal pensiero che Paperon dei Paperoni sognasse lungo il corso della notte dollari a bizzeffe e che di giorno passasse il tempo a contare i suoi averi, nel corso di una delle sue ultime visite in USA, approfittando dell’occasione dell’intervento al cuoio capelluto per por fine alla sua alopecia androgenetica presso il grande Texas Medical Center di Houston, prese una decisione che gli avrebbe permesso di guadagnare moltissimo tempo che poi avrebbe dedicato per lavorare per costruire una nuova Italia.
Questo Centro cura 5 milioni di pazienti all’anno tra i quali molti sceicchi, politici europei, rockstar; Berlusconi, quale vecchia ugola d’oro nostrana e pseudo politico – l’ha detto lui di non essere un politico - rappresentava le ultime due categorie e fu ben accolto; quale migliore circostanza per passare, nell’anonimato consentito dalla moltitudine di pazienti ,un giorno in più per sottoporsi ad un secondo trapianto, stavolta non più sul cuoio capelluto, ma dentro il cervello di una macchinetta conta banconote con una serie di chips elettronici inesauribili ?
Detto fatto, ecco in prima mondiale lo strumento misterioso e le sue memorie
ingranditi per renderli visibili all’occhio umano.
Solo che il tempo che è andato risparmiando per ricostruire a suo volere l’Italia è stato vano poiché invece di dare incarico ad una delle sue Imprese di costruzioni note per aver creato dal nulla Milano 2 , Milano 3 e tante altre meraviglie, per un fatale errore di quasi omonimia, si è rivolto alla sua maggiore impresa di demolizioni:
la
“ Tremonti – Bossi – Fini”
con compartecipazione attiva di Casini
Certamente lui nacque già santificato dal volere divino ma noi potremmo almeno assumerlo quale modello per tentare di imitarlo, in quanto a rapporti interpersonali, sia pure in misura infinitesimale; basterebbe, e come, per riuscire a comportarci in maniera civile nei riguardi di tutto ciò che ci circonda.
E’ mia impressione che se si dovesse chiedere ai bulli chi sia Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, non saprebbero rispondere se non molto genericamente:
“ mah, un santo, forse” e niente di più !
Ho spesso riflettuto nel corso degli anni, soprattutto sul posto di lavoro e specialmente nei momenti in cui avevo da discutere, per incarico professionale, con centinaia e centinaia di persone dai vari comportamenti e reazioni emotive, alcune delle quali non propriamente normali, come fosse assai strano che sin dalla prima infanzia ogni individuo venisse curato nel fisico ma quasi mai, salvo esplosioni anomale di casi eclatanti, in ciò che è la sua intima essenza: l’anima.
E’ come il curare in varie forme l’aspetto dell’involucro e mai il contenuto quando sarebbe invece necessario curare anche quello che portiamo in noi che, alla fin fine, determina la potenzialità positiva o negativa di una delle più micidiali armi che possiede ogni essere umano: il pensiero.
Eppure è il proprio il modo di pensare, non certo la stazza fisica, che determina in ogni uomo ed in qualsiasi momento della vita, l’atto finale del processo decisionale.
Prima della definitiva assunzione di un candidato a ricoprire un ruolo di una certa rilevanza qualsiasi società di un certo prestigio suole farlo sottoporre, oltre che a minuziose visite mediche, anche ad una serie di test attitudinali, programmati da esperti, che mettono a nudo le varie capacità della persona; dalla memoria al modo di rapportarsi con altre persone, i riflessi conseguenti alla percezione di certi stimoli esterni come per esempio quelli di alcuni rumori ripetuti artificiosamente a ritmi irregolari, la capacità di concentrazione nonché quella di risolvere in breve tempo dei problemi non solo matematici, la logica in base alla quale si è fatta, per la risoluzione di un certo problema, la scelta di un metodo rispetto all’altro, pur essendo entrambi proposti come esatti dal test, sequenze matematiche che, partendo da 4 numeri già indicati, occorre completare con altri 6 numeri aventi un nesso con quelli già noti, e posso assicurare che per coloro che non conoscono la regola matematica è davvero dura riuscire a finirle in tempi brevi, puntualmente cronometrati, solamente sulla base di ragionamenti logici.
Un esame di ben quattro ore, senza pause tra un test e l’altro, condito da molte chiacchierate su precise domande.
Dal risultato dipende il destino di una persona: se uno possiede anche un briciolo, pur latente e mai manifestatosi, di un qualcosa che non va viene eliminato.
Il mondo del lavoro oggi è già di per se chiuso anche ai migliori studenti figuriamoci ai “bulli” che in quanto a meriti scolastici non solo lasciano molto a desiderare ma addirittura, per la loro devianza comportamentale, si servono della scuola per mettere in atto ed in mostra i loro istinti peggiori.
Ma si sono mai chiesti verso quale meta potrebbe portarli il loro bulleggiare ?
Un passatempo che potrebbe avere pesanti riflessi del tutto negativi nel prosieguo della loro vita.
Questa mania del bullismo è divenuta una vera e propria piaga sociale che andrà guarita lentamente con attenzione e massima cura; le reprimende sono necessarie ma non si deve generalizzarle in quanto ogni giovane ha sia a monte che nell’attuale momento della sua vita delle problematiche diverse che vanno ricercate attraverso un paziente lavoro; è la causa scatenante del loro comportamento che va conosciuta ed estirpata poi dal loro animo.
Mi sono dilungato un po’ per fare comprendere come quello del bullismo sia un problema alquanto lungo e difficile da risolvere ma una nazione civile non può tirarsi indietro, nonostante tutto.
La vita di ogni giorno non fa altro che selezionare inesorabilmente chi deve andare avanti rispetto ad altri tuttavia uno Stato civile e democratico deve garantire ad ogni cittadino, sin dalla nascita, un punto di partenza egualitario e fornire poi ad ognuno le identiche opportunità per costruirsi
la vita futura; se vi sono impedimenti di natura fisica e/o psichica avrà il dovere di intervenire attraverso appropriate strutture per tentare di emendare alcune forme di comportamenti incivili che poi vanno ad infrangersi nei confronti dell’intera collettività.
Sono a conoscenza di strutture private che ricevono fior di contributi statali, regionali e comunali ma sono solamente poche quelle che lavorano seriamente e con risultati positivi; la maggior parte di esse si limita a svolgere un lavoro molto generico che per nulla incide sull’eventuale reinserimento di un ragazzo nella vita civile; per esempio il seguire in maniera continuata il comportamento del giovane nei posti di lavoro destinati esclusivamente al recupero totale di queste persone.
SONDAGGI SULLO STATO ATTUALE DEL PROBLEMA
A riprova che qualcosa si muoveva già da tempo ma, purtroppo, per singole ma meritorie iniziative private e non con monitoraggi a largo raggio in maniera permanente:
Telefono Azzurro - Eurispes
Anno 2002 – Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia ed Adolescenza.
sondaggio su 3.800 adolescenti dall’età andante dai 12 a 18 anni
- il 33,5% ha dichiarato che nella propria scuola si verificavano continui atti di prepotenza da parte di compagni;
- il 46,6 % del campione ha dichiarato d’aver picchiato o minacciato un altro studente;
- il 53,4% ha riferito di non aver mai “trasceso” nei confronti dei compagni e le femmine di questa percentuale sono il doppio dei maschi.
Questi dati si sono grosso modo ripetuti nel successivo sondaggio effettuato nel 2004, riuscendo però a determinare alcuni punti fondamentali relativi al fenomeno monitorato e cioè, in particolare, come la partecipazione attiva al fenomeno del bullismo interessasse sia ai maschi che alle femmine, anche se messo in atto in maniera diversificata:
- i maschi attraverso atti di prepotenza rivolti in maniera diretta (aggressioni fisiche e verbali) sia verso altri maschi che contro le femmine;
- le femmine utilizzando, invece, forme di prevaricazione più sottili, difficili da scoprire da parte degli insegnanti, in quanto indirette e rivolte solamente verso ragazze.
Inoltre che:
- la maggior parte degli episodi di bullismo, su scala nazionale, trovavano spazio maggiormente nelle scuole e, sino ad allora, interessavano specificamente le primarie;
- il progredire dell’excursus scolastico di questi studenti aveva agevolato la tracimazione del bullismo anche negli istituti superiori, a riprova che questa fenomenologia, sino ad allora non o male contrastata, faceva oramai parte integrante del bagaglio comportamentale di questi soggetti;
- l’emulazione e la tendenza all’aggregazione da parte di molti soggetti aventi le stesse devianze comportamentali aveva consentito che entrassero nel giro anche coloro che erano rimasti ancora restii, pur approvandone le gesta, a far parte di uno dei molteplici “branchi”;
- queste anomale associazioni affette da virus psichici hanno fatto sì che i casi di bullismo proliferassero come numero a vista d’occhio, assumendo via via anche forme sempre più pericolose ed osè.
Conosciamo però solamente quei casi già accertati ma è da ritenere che nella clandestinità ve ne siano ancora molti che non riescono ad emergere sia per omertà che per paura di guai maggiori.
HABBO.it - sito per adolescenti
Il sondaggio lanciato da questo sito ha ben poco di scientifico perché vi hanno partecipato 1.011 adolescenti ( 69% maschi – 31% femmine di anni 11 sino a 18) di propria iniziativa senza una preventiva campionatura di soggetti rappresentante tutta l’Italia.
Ma, ciononostante, alcuni dati raccolti ci forniscono un quadro sul quale si possa meditare e trarre delle conclusioni pur essendo i numeri di per se alquanto elequenti.
I quesiti posti ed risultati sono stati riportati dall’ agenzia ANSA.
- il 38% ha dichiarato di aver paura del bullismo;
- il 16 % di essere già stato vittima di questo fenomeno;
- il 55 % indica l’accadimento dei fatti all’interno della scuola;
- il 30% sulla strada;
- il 6 % in discoteca;
- il 4% tramite internet (minacce ?),
- il 5% in altri luoghi frequentati da giovani;
sulle cause
- il 49% il voler prevalere sugli altri;
- il 28% la mancanza di educazione;
- il 15% la solitudine;
- l’8% la mancanza di obiettivi per il futuro;
comportamento da tenere nell’eventualità di assistere ad episodi simili
- il 39% ne parlerebbe con i propri genitori;
- il 29% con gli amici;
- il 25 con le Autorità competenti;
- il 7 % non ne parlerebbe con nessuno ( 70 omertosi – bella cifra !).
Da questi dati risulta a tutto tondo come sia di già individuabile nella istituzione scolastica il teatro privilegiato sul cui palcoscenico alcuni studenti, soli o con altri comprimari, svolgono la loro attività “punitiva”.
C’è da chiedersi il motivo per cui il Ministero competente del quinquennio berlusconiano abbia fatto orecchie da mercante senza assumere, al riguardo, adeguate contromisure a contrasto del fenomeno sempre più dilagante e dalle modalità esecutive sempre più sofisticate, almeno per degli studentelli, come può essere considerato l’uso del cellulare con tanto di fotocamera abilitata a mettere insieme tanti fotogrammi sino a formarne una sequenza tipo filmato.
Sono riusciti in pochi anni a riportare la scuola al livello della prima metà del XVIII° secolo allorché era legata alla precettistica privata.
Onorevoli e ministri, cultori di vecchie e deprecabili ideologie di regimi totalitari, erano talmente impegnati ad introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado la “cultura di destra” che non si sono accorti di nulla ovvero, a fronte di questi dati resi pubblici, hanno tralasciato di prenderli in considerazione; tutti dovremmo chiedere spiegazioni in proposito.
Siamo agli inizi, ripeto, ed il Ministero dell’Istruzione ha quest’anno, come prima misura, creato una specie di Pronto Soccorso, istituendo il
numero verde antibullismo
con 10 postazioni di ascolto
800.66.96.96
attraverso il quale possono essere segnalati casi concreti od anche solamente paventati per ricevere immediati consigli, a fronte di situazioni critiche, sul da farsi da parte di esperti di psicologia anche giuridica.
Una rilevazione statistica dell’uso di questo numero verde ha evidenziato come dal 05 febbraio al 27 marzo del corrente anno siano pervenute n. 4.437 richieste di consigli o per segnalare casi interessanti altre persone; un bel ritmo, 120 al giorno, che si pensa possa aumentare una volta superato il primo periodo di attività.
Chi ha di già chiamato in questo breve lasso di tempo ?
Genitori o familiari dello studente bersagliato, insegnanti nonché, in prima persona, le stesse vittime del bullismo.
Ma vorrei ripetermi su un punto importante sul quale mi sono già espresso in modo particolare sulla II^ parte di questa serie: gli insegnanti, non tanto per spogliarsi dai loro doveri educativi che riguardano la formazione culturale complessiva dell’allievo, hanno evidenziato la totale assenza ed indifferenza dei genitori a fronte della educazione dei propri figli, quell’educazione civica e morale che deve essere inculcata giorno dopo giorno, anche con il loro esempio comportamentale, sin dalla tenera età.
Ed io non posso che essere d’accordo con loro, avendo da anni percepito in prima persona questa tendenza all’omissione di intervento continuativo da parte di coloro che dovrebbero avere, quale scopo primario della vita, il far crescere i propri figli al meglio possibile non solamente da un punto di vista fisico ma anche psichico.
In ogni caso le molte telefonate di soccorso fatte da genitori fanno intendere come il legame famiglia-scuola sia proprio un binomio necessario nell’interesse di tutte le componenti scolastiche e degli stessi genitori in una forma di compartecipazione nell’educazione complessiva delle giovani generazioni.
Il primo a trarne beneficio sarà lo stesso STATO che in tal modo potrà disporre nel futuro di cittadini completi sotto ogni forma culturale.
La scuola, un tempo arroccata nelle sue varie forme istitutive, ebbe a subire dei profondi mutamenti a partire dal 1969 sino al 1974 allorchè, partendo dalla creazione della Scuola Media Unificata, si arrivò, attraverso i c.d. Decreti Delegati, alla compartecipazione dei genitori e studenti anche nell’amministrazione dei vari livelli di scuola.
Venne istituito anche il Distretto Scolastico che avrebbe dovuto collegare da un lato tutte le componenti scolastiche, genitori e studenti compresi, e dall’altro il mondo imprenditoriale e del lavoro della zona ai fini di una programmazione congiunta rivolta al futuro dei giovani.
Ma, una volta scemato l’iniziale entusiasmo, la partecipazione dei genitori nel governo della scuola incominciò a decrescere perché non venne compreso come, invece, occorresse insistere, in piena coesione di tutte le forze, per ottenere attraverso una rinnovata spinta rinnovatrice la completa realizzazione di un progetto già elaborato da leggi dello Stato da tutti auspicato e voluto fortemente.
Quella dei genitori e degli studenti, le componenti più numerose, erano le voci più forti che avrebbero potuto dare aiuto anche alla scuola a livello locale che, invece, si richiuse ben presto nuovamente in se stessa, finendo così a ricadere nell’aureo isolamento goduto in passato.
Ma adesso siamo nel 2007; qualcosa si muove, ripeto e la statistica delle telefonate giunte a questo numero verde ci dice che:
- il 69%, pari a n. 3.061 telefonate, riguardano denunce di episodi di violenza o prepotenza mentre il rimanente 31% sono state richieste di informazioni ;
- il 35% delle denunce attengono ad episodi avvenuti nelle scuole secondarie di secondo grado, il 25% dalle primarie ed il 19% dai licei. Anche la scuola dell’infanzia non è immune dal bullismo in quanto il 5% delle denunce è relativo a questo grado di scuola.
E’ di vitale importanza che questo apparato di difesa sia permanente e non, come tante cose inventate al momento finisca come un fuoco di paglia.
Tanto per incominciare sono stati istituiti a livello regionale “Osservatori” su questa incalzante fenomenologia, finanziati con un milione ed ottocentomila euro; hanno sede presso gli uffici scolastici regionali cui è stato delegato anche il compito di coordinamento tra forze sociali, politiche, amministrazioni locali, associazionismo, scuola, Università, ASL, Prefetture, Tribunali per i minorenni, Forza Pubblica.
A fronte di una domanda di sostegno o d’aiuto oggi questi Osservatori potranno fornire a chi cerca un aiuto, a seconda delle competenze, una immediata e concreta risposta.
Si fa affidamento anche sull’impegno delle famiglie e soprattutto su quello della scuola, di tutti i suoi operatori; il personale docente ed ausiliario faranno certamente ciò che a loro compete ma occorrerebbe anche che il governo mettesse la parola fine a quello stato di disagio che serpeggia tra i 250.000 operatori scolastici precari, i quali, pur avendo superato, alcuni da vecchia data, regolari concorsi ministeriali si trovano ancora ogni anno in una situazione di incertezza circa l’assegnazione di una cattedra e della sede di lavoro.
Ad entrambe queste componenti educative vorrei suggerire di stare molto attente e di denunciare sin dal loro nascere gli episodi di bullismo che venissero a loro conoscenza.
Potrebbero, infatti, in alcuni casi evidenziarsi a loro carico, ma anche del personale dirigente della scuola, responsabilità civili ed in un prossimo futuro anche penali qualora il legislatore, preoccupato dal continuo crescere di questo fenomeno, intendesse introdurre il reato di “bullismo”; ma, in tal caso, dovrebbe individuare e delineare in maniera rigida e precisa quale, tra le molte e variegate forme, sia la condotta meritevole di essere perseguita penalmente senza così lasciare spazio alle interpretazioni dei giudici.
L’oggettività della norme penale è un principio fondamentale del nostro ordinamento giuridico; tante norme incluse nel codice Rocco, come per esempio quella relativa al reato di plagio, sono state dichiarate anticostituzionali dalla Consulta proprio per la genericità della definizione dell’azione esecutiva integrante il reato.
Ma in sede civile a dover risarcire il danno causato da “colpa altrui” anche a seguito di un unico ed isolato evento dannoso, possono essere chiamate a rispondere più persone con ruoli ben identificati per culpa in vigilando; tanto per garantire al danneggiato il poter pretendere da altri il risarcimento del danno patito, fisico o morale che sia, nel caso in cui l’autore materiale dell’evento dannoso sia economicamente incapiente.
A tanto tende lo
Art. 2048 C.C. ( Responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori e dei maestri d'arte). "Il padre e la madre, o il tutore, sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati (314 e seguenti, 301, 390 e seguenti) o delle persone soggette alla tutela (343 e seguenti, 414 e seguenti), che abitano con essi. La stessa disposizione si applica all'affiliante.I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un'arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti (2130 e seguenti) nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità soltanto se provano di non avere potuto impedire il fatto".
In realtà la prova liberatoria di cui a questo ed altri articoli inseriti sotto la rubrica degli “Atti illeciti” è impossibile da fornire perchè, secondo una giurisprudenza costante, la circostanza che l’evento si sia verificato starebbe a significare che il “non aver potuto” ovvero “l’aver fatto tutto il possibile” per evitare il fatto dannoso non è stato messo in atto; si tratterebbe, quindi, di una vera e propria responsabilità oggettiva introdotta in forma mascherata nel nostro ordinamento.
Il Ministero dell’Istruzione dopo il cosa ha già fatto, cosa farà in pratica ancora ?
Si intende portare l’obbligo scolastico sino al compimento del 16° anno d’età, riprendere l’insegnamento della educazione civica, abbandonata in tutta fretta da tempo, il cui corso serviva, tra le altre cose, a far conoscere la nostra Costituzione che oggi è divenuta un mistero per quasi l’80 % degli studenti, allargare il tempo pieno, ampliare l’orizzonte culturale dei giovani affinchè, essendo oramai il nostro Paese multietnico, possano ricevere in maniera adeguata una vera e propria educazione sull’accoglienza delle varie etnie, corsi di musica, ecc…
Molte Prefetture si sono già attrezzate per poter dare risposte ed aiuti ma anche i ragazzi stessi si stanno muovendo.
È l’invito da loro rivolto verso tutti gli studenti mentre in alcuni Istituti, come per esempio il Liceo “Nicola Spedalieri” di Catania, dopo i fatti collegati all’incontro di calcio Catania – Palermo, hanno richiesto ai propri docenti di poter avere una scuola in grado di
“trasmettere valori che riscaldino il cuore”
Credo che queste voci non possano, in un Paese civile, rimanere inascoltate: guai se chi ha il potere di intervenire le lasciasse cadere nel dimenticatoio.
Sappia chi di dovere che ci si aspetta risultati importanti.
F I N E