sabato, febbraio 17, 2007

Le facce di bronzo




DA CHE PULPITO VIENE LA PREDICA

L’ANTEFATTO

Il 17 febbraio 2003, in Milano, veniva rapito da un commando della CIA – spalleggiato da alcuni componenti del nostro SISMI – l’imam egiziano ABU OMAR che, caricato su un aereo, venne quindi “traslocato” manu militari al Cairo e consegnato agli egiziani i quali, a loro volta, lo incarcerarono sottoponendolo, come abbiamo saputo in seguito, a torture.
E’ di questi giorni la notizia della sua scarcerazione e dell’intenzione di questa persona “di richiedere i danni a Berlusconi per le sofferenze patite”.
Emerge in tutta evidenza come, sulla base delle leggi vigenti in Italia, mancando nella specie un atto dell’Autorità giudiziaria, i fatti come più sopra rappresentanti integrino non solo il reato previsto e punito dall’art. 605 C.P. (Sequestro di persona) ma anche una palese violazione dell’art. 13 della nostra Carta costituzionale che così recita: “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione , di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge….”
Certo negli USA, legittimamente riconosciuta un tempo come la patria della democrazia mentre in Europa imperversavano regnanti assoluti più o meno degni, a seguito dell’11 settembre, sono state fatte decadere molte di quelle elementari norme a tutela della libertà personale a salvaguardia della sicurezza nazionale; ma qui siamo in Italia che, salvo prova contraria, non è ancora divenuta nè un’altra stella della pur gloriosa bandiera “stelle e strisce” né, tanto meno, una colonia americana sebbene…..qualcheduno ha tentato di recente di scimmiottarla.

GLI SVILUPPI DEL CASO

Questo episodio, così come i tanti altri avvenuti in questi ultimi anni in Italia, come per esempio i voli segreti CIA sui cieli di tutta Europa e nostro – può essere considerato come una vera e propria “cessione della sovranità dello Stato italiano a mani straniere, anche se amiche”, la classica “calata di braghe” se più vi piace, non poteva che sfociare in un procedimento penale che, in effetti, si è puntualmente, come per legge (l’azione penale è obbligatoria), radicato presso la Procura della Repubblica di Milano.
A conclusione dell’istruttoria gli inquirenti, valutati gli elementi di prova acquisiti, non potevano che richiedere il rinvio a giudizio di tutti e 35 imputati di cui 31 per il reato di concorso in sequestro di persona e 4 per quello di favoreggiamento.
Di questi 35:
26, tutti latitanti, appartengono alla CIA - 2 responsabili di questa Intelligence in Italia e 24 agenti provenienti dagli USA - 5 sono componenti del nostro




ivi compreso il suo capo di allora gen. Pollari mentre dei 4 personaggi, imputati per favoreggiamento, il rinvio riguarda solo a due di loro in quanto gli altri hanno patteggiato la pena nel corso dell’udienza preliminare alla fine della quale il GUP, in accoglimento delle richieste dei PM, ha rinviato a giudizio tutti gli altri.

Tra questi due patteggiatori figura il “confidente” BETULLA il quale altri non è che l’ex vice-direttore del quotidiano Libero, Renato Farina, che ha patteggiato la pena in 6 mesi di reclusione commutata, quindi, nella pena pecuniaria di 6.840,00 euro.

Apriti cielo, sdegno della destra al gran completo all’urlo “ è stato violato il segreto di Stato”- appoggiato per il vero anche da alcuni personaggi governativi del centrosinistra – che però non è stato mai opposto da chicchessia nel corso delle indagini ai magistrati inquirenti.

MA


il tutto è oramai nelle mani della giustizia italiana e non potremo che attendere nei prossimi anni l’esito dei consueti interminabili giudizi nei tre gradi previsti dal nostro codice di procedura penale nonché della pronuncia della Corte Costituzionale cui è ricorso l’attuale capo del governo che ha ritenuto di sollevare il conflitto di potere tra Governo e Magistratura in ordine al c.d. “Segreto di Stato”.
Per l’intanto, è stata posta sotto sequestro giudiziario nel Monferrato una villa di proprietà di un ex agente CIA, tale Seldon Lady, a garanzia degli eventuali danni patiti e patiendi dalla persona offesa dal reato, appunto Abu Omar.

LA FACCIA TOSTA DELLA DESTRA

la quale, accantonata ogni considerazione giuridica sul caso, porta la vicenda su di un piano meramente economico:
“questo processo è uno sperpero del denaro dei cittadini italiani”.
Affermazione questa che, espressa da coloro che negli scorsi anni si sono “strafogati” i miliardi di euro dell’avanzo primario ereditato dal precedente governo di centrosinistra, “dissipati” i fondi destinati alle tanto strombazzate opere infrastrutturali - autostrade, ferrovie, porti, ponti, ecc..- per averli dirottati altrove secondo un clienterismo molto caro al padrone del vapore ed ai suoi intimi amici, danno da pensare seriamente sulla credibilità di questi personaggi sia riguardo alla gestione generale dell’Italia che avuto riguardo anche a tanti fatterelli, anche piccoli ma altamente indicativi, come per esempio il caso di
ALFREDO MEOCCI

ex direttore generale, in quota UDC, della RAI, nominato a questa carica per volontà del governo di centrodestra nonostante fosse del tutto palese la sua incompatibilità ad assumere un siffatto incarico per essere stato sino al maggio 2005 consigliere dell’Autority per la garanzia delle comunicazioni.
In buona sostanza da controllore era divenuto un controllato della stessa Autorità che aveva presieduto.
Lo status di incompatibilità tra le due cariche è stata acclarata nell’aprile 2006 dall’attuale consiglio di amministrazione dell’Autority in questione che ha inoltre comminato al Meocci la sanzione pecuniaria pari a 373.923 euro ed alla RAI quella ammontante a ben € 14.379.307: ci si domanda: chi pagherà quest’ultima sanzione?
Tutta la comunità di abbonati alla RAI-TV e per noi tutti non sono soldi sprecati ? Ma di questo il centrodestra, tanto attento alle “spese inutili” da quando è all’opposizione, non se ne fa ragione; solo il sig. Bondi ha detto testualmente che “..anche la decisione odierna dell’autorità garante delle comunicazioni si inserisce in un clima che puzza di regime. E’ un altro brutto segnale, dopo tanti altri di questi primi giorni” (del nuovo governo di centrosinistra).
Presidente allora era come ancor oggi Antonio Catricalà, lo stesso, non un suo sosia, che pochi giorni or sono ha dichiarato che il tetto del 65 % posto dalla legge Gentiloni sulla pubblicità televisiva costituisce, usando erroneamente il plurale, un grave danno per le aziende; solo che questo limite, almeno per adesso, la ha superato solo il gruppo Mediaset.
Miracolo!! Catricalà santo subito perchè è riuscito con poche parole a dissolvere la puzza nella nostra atmosfera ed a strappare in contemporanea un coro di battimani, quantunque del tutto singolare in punto ad esecuzione, in quanto effettuati da sole mani destre sbattute in segno di giubilo contro altre mani destre mentre quelle sinistre erano già pronte a prendere altri miliardi di euro.
Ma non sa l’incauto presidente che, così argomentando, non ha fatto altro che aggravare il problema esistenziale del nostro ex premier che, spudoratamente ed alla faccia delle 16 milioni di famiglie – non del terzo o quarto mondo ma da lui create e con lui conviventi nella nostra Italia- che tirano a campare, quando ci riescono, sulla ed al di sotto della soglia della povertà, ha dichiarato spudoratamente che non sa come spendere il suo patrimonio di 50 miliardi di euro accumulati durante gli anni dei suoi governi !!!!!!!!!!!!!
Scomparsa la puzza di regime adesso è sopravvenuta quella di bruciato percepita da quei tanti milioni e milioni di coglioni e di ignoranti che hanno votato in favore dei partiti dell’Unione.
La prima udienza è stata fissata per il prossimo 08 giugno ma l’ultima, almeno del primo grado di giudizio, quando avverrà? Speriamo non alle calende greche.
Ammesso e non concesso che non finisca subito nel caso in cui la Corte Costituzionale riconosca come legittima l’applicazione nel caso concreto del segreto di Stato opposto dal Governo.


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