mercoledì, giugno 13, 2007

La scalata al Colle









SOGNO

in una notte di prima estate

Finalmente in Sicilia, a Noto (SR) - contrada San Corrado f.m. – a godere un riposo tra fiori ed alberi e, giù dalla collina, un mare con 5 vele, primo in Sicilia e nono in Italia.
Il viaggio è lungo e faticoso – 1.500 km. – ma vale la pena affrontarlo anche se la gioventù è oramai per me un lontano ricordo.
Una sera di questa settimana guardavo sul terrazzo, semisdraiato su una poltrona a dondolo, un telegiornale ma per la verità seguivo con poca attenzione quanto diceva il commentatore delle recenti elezioni amministrative in quanto attratto dal magnifico spettacolo del cielo stellato che solamente da queste parti appare nella sua piena immensità; l’Orsa maggiore, la minore, Venere splendente come non mai e milioni o addirittura miliardi di stelle, una accanto all’altra che ti danno la prova dell’esistenza dell’infinito.
Avevo appena percepito qualcosa circa la scalata su un colle da parte di un trio per parlare con il nostro Presidente della Repubblica.
Stanchezza, il dolce dondolarsi, il manto di stelle che aveva coinvolto tutto il mio cervello, contribuirono a farmi addormentare.
Un sonno ristoratore che però durò molto poco in quanto cominciai a sognare, quasi una meditazione su quanto aveva comunicato il commentatore TV; eccovi il mio sogno sino ad un certo punto inquietante ma con finale a sorpresa, alla Hitchcock.

PINOCCHIO, IL GATTO E LA VOLPE







Salgono al Quirinale


Ma per far cosa ?

Per farsi perdonare d’aver trasformato per cinque lunghi anni l’italia in un Paese dei balocchi per alcuni ed in un colabrodo per la quasi totalità degli italiani ?
Forse si sono ravveduti, meglio tardi che mai !

M’è parso di essere presente a questo insolito ed irrituale incontro, nascosto dietro una spessa tenda di velluto, cui sono allergico, e tra una grattatina di mani e l’altra ho ascoltato sin dal suo inizio, dopo i convenevoli di rito, il discorsetto dell’ex premier, palesemente non ancora rassegnato al suo attuale ruolo secondario; fuori da tutti i G, dall’ONU, da ogni incontro importante tra i politici di grido, anche se lui ha sempre dichiarato di non essere un politico, circostanza questa che l’avevano capito tutti coloro che hanno conservato ancora un po’ di sale in zucca.
“Scusi sig. Presidente se, a suo tempo, non l’abbiamo voluto votare in quanto questa carica spettava a noi della destra per bilanciare il potere politico oggi totalmente in mano alla sinistra.
Ma, oramai, questa è acqua passata ed a noi interessa oggi riferirle che dove vado trovo un sacco di gente che, tra un uovo e l’altro, mi acclama con sempre maggior fervore; il tempo dei cavalletti è passato ed ora tutti gli italiani reclamano a gran voce il mio ritorno al potere e come si dice, vox populi vox dei.
Anche la Curia romana mi ha confermato la veridicità di questo detto antico; le elezioni con pezzi di carta facilmente inquinabili, se non addirittura modificabili, lasciano oramai il tempo che trovano, l’acclamazione del popolo italiano è più genuina e, come si sa, lo dice anche Baget Bozzo, io sono un unto del Signore.
Sono qui per mera cortesia assieme a due testimoni a conferma di quanto dico, scusi non equivochi, affermo.
Stando così le cose, la invito ad aprire la finestra e proclamare, come da cerimoniale, il fatidico “ nuncio vobis gaudium magnum, habemus leader super maximus“.
A questo punto il nostro grande Presidente Napolitano sta per soffocare in quanto a stento riesce a trattenere una grande e sonora risata.
E’ divenuto paonazzo e due corazzieri corrono a sostenerlo in piedi mentre un terzo va ad aprire la finestra per fare entrare un po’ d’aria.
Berlusconi si frega le mani e , rivolto al gatto ( Bossi) e alla volpe (Fini), dice gongolante sottovoce: “ Ce l’ho fatta ! Prodi ed il suo governo debbono andare via”
Il terzo corazziere, ritornando sui suoi passi, va ad acchiappare il neo leader e lo sbatte fuori dalla finestra appena aperta.
Fine del sogno.
E’ già stato buttato fuori da un’altra finestra per ben due volte dagli italiani – questa è realtà- ed un vecchio proverbio, piaccia a lui o non piaccia, afferma che “non c’è due senza tre”.


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