E’ giunto il tempo di migrare; quando si va avanti con gli anni i pericoli derivanti da un fisico logoro suggeriscono di avvicinarsi il più possibile a qualcuno che in caso di necessità possa intervenire prontamente.
I casi della vita ti vengono incontro senza che uno se ne accorga ed ecco un’occasione unica e rara: l’appartamento sopra quello di uno dei miei figli si libera per la morte dl proprietario ed i suoi eredi lo mettono in vendita.
Consiglio di famiglia, uno brainstorming ultraveloce sebbene oltre ai quattro figli hanno voluto dire la loro anche le nuore ed i nipoti -meno l’ultimo arrivato ancora neonato - e via al cambio di residenza, anche se da parte mia, pur riconoscendo la giustezza della decisione, non l’ho assunta senza avere la morte nel cuore.
42 anni vissuti a Corsico, impegnato in molti campi, più della metà della mia vita, lasciano una traccia indelebile in te; anche se in un quarto d’ora, salvo blocchi in tangenziale, vado e vengo da Corsico a Cornaredo e viceversa.
Ritornando alle sorprese dei traslochi ti accorgi di avere avuto la casa piena di cose divenute col tempo o inutili o addirittura inservibili e non mi riferisco solamente al vestiario; però fa da contraltare il ritrovamento di cose che non eri mai riuscito a ritrovare pur cercandole con impegno.
Un fascio di giornali messi di lato – li leggerò domani perché oggi non ho tempo – alcune foto scattate in tempi lontani, decoder da tempo non più utilizzabili, cellulari stravecchi ma anche bottiglie di vino rosso del tempo che fu mai aperte.
Ma ho trovato anche un articolo che appena avuto tra le mani l’ho letto subito; è un articolo della giornalista torinese
LIDIA RAVERA
scritto nel 1994 e desidero proporvelo in quanto rappresenta la prova di come , passati ben 14 anni, la politica italiana non abbia fatta alcun passo in avanti, anzi molti indietro.
Una vera e propria tela di Penelope; quello che il centrosinistra tesseva veniva poi sfilato dal centrodestra ed oggi siamo ancora al punto del 1994 nonostante che da ben dieci anni siamo entrati nell’area dell’euro: meno male e per merito di Prodi altrimenti oggi saremmo con la m……sino al collo.
Ma ecco l’articolo
MANIFESTI e CABARET
“Inglese e informatica in prima elementare”
Siete contenti ? I vostri bambini saranno alla moda.
Anglofobi, informatizzati e adattati all’impresa.
Nel lontano 1985, quando mio figlio iniziava le scuole e Berlusconi ancora spacciava spot e varietà, l’inglese già si studiava, insegnanti di madrelingua trasteverina si davano da fare con “Jingle bells”e dovevi sentirli, i piccini, come la storpiavano bene.
Nel caso fossero stati invitati all’estero a fare le statuine del Presepio se la sarebbero cavata benissimo.
“Il 17 % di furti in meno nelle case”
Come mai ?
Il vigile sorriso di Berlusconi scoraggia lo scassinatore ?
Ma no, è il tasso di impoverimento che gioca a favore del Buon Governo; anche il ladro di poche pretese lascia perdere .
I gioielli sono stati già impegnati per pagare bollo e assicurazione.
Una pelliccia fa due pieni di benzina.
Non c’è più niente da rubare.
Infatti si preferisce accoltellare i figli per far dispetto alla moglie.
Le case sono più sicure, basta che non ci sia la famiglia dentro.
“28milioni e seicentomila italiani pagano meno tasse”.
Alcuni altri milioni non le pagano affatto tanto poi c’è la sanatoria.
E comunque, sarà che frequento poco, ma di questi quasi trentamilioni di miei compatrioti non ne ho ancora incontrato neanche uno.
Tu lettrice o lettore, paghi meno asse?
Non è che ti abbassano una gabella e te ne alzano un’altra ?
E poi vorrei vedere dove vanno a finire i miei soldi: vorrei che servissero per aiutare chi guadagna meno di me.
Per garantire la vecchiaia di tutti, per aiutare chi è senza lavoro, per dare le medicine gratis a chi non può pagarsele.
Per consentire ai giovani che studiano di andare a vivere da soli, di mettere su casa, di incominciare a vivere, facendo loro un prestito che restituiranno col primo stipendio (chi paga le tasse in Svezia ha questa soddisfazione).
Questo si vorrebbe, noi che paghiamo le tasse, fino all’ultima lira e senza sentirci, per questo, vessati e torturati.
“90.000 miliardi in opere pubbliche”
“Dove sono ?”
“Chi ci mangia sopra ?”
“E a noi che ce ne frega ?”
Sono tanti i graffiti che ho letto sotto il faccione del premier sul manifesto elettorale che comunicava questo messaggio di avvenuti investimenti.
C’era anche uno penoso:
“…e le scuole che crollano seppellendo gli scolari ? “
Le campagne elettorali, è noto, non brillano per sincerità.
Ma questa del Partito di Balle e di Governo, è davvero al limite del cabaret.
Si vorrebbe dimostrare che il Paese è in ottima salute (balla numero uno, contraddetta perfino dalla UE).
E, sempre più difficile, si vorrebbe dimostrare che questa festa di cultura sicurezza benessere e modernizzazione la dobbiamo a Lui, l’infaticabile servo di se stesso, Silvio Berlusconi.
Non sarebbe più giusto, sotto il suo volto gigantesco, illuminata dal suo sorriso da mercante in fiera, questa frase.
“Italiani fino ad oggi ho fatto solo casino .
Scusate.
Se mi votate di nuovo vedrò di far maglio”.
Conosco due o tre brave signore che gliela darebbero un’altra chance.
Se continua a vantarsi a vanvera, rischia di perdersi anche loro.
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