lunedì, maggio 12, 2008

Il principale hobby degli italiani

PER GLI ITALIANI PARE SIA DIVENUTA UNA GRANDE PASSIONE:
L’EVASIONE
FISCALE
Incomincio con lo spiegare il significato dell’acronimo
C.G.I.A.
con sede a Mestre.
E’ l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese che dal 1945 segue l’andamento produttivo e quant’altro ad esso collegato dei loro associati.
Dal 1945 opera con profitto a favore di questo particolare spaccato della nostra economia che rappresenta, da sempre, la solida base del buon andamento della economia del nostro Paese.
Con l’andar del tempo ha ritenuto di costituire un
UFFICIO STUDI CGIA
composto da ricercatori che elaborano, in particolare, studi e ricerche per questo particolare comparto economico ma anche, in via generale sulla:
- evasione/elusione fiscale nelle grandi imprese;
- cartelle pazze;
- studi di settore;
- lavoratori in nero;
- sprechi nella Pubblica Amministrazione e tagli nella spesa pubblica.
E’ di questi giorni la pubblicazione di alcuni dati sulla effettiva portata dell’evasione fiscale in Italia che evidenzia, a caratteri cubitali, come questa piaga ammonti a ben
316 miliardi di euro all’anno
e che, tenuto conto dell’opera antievasione del precedente governo Prodi, mancano “all’appello” per lo scorso anno
150 miliardi di euro.
Confortati dai recenti sondaggi elettorali costantemente favorevoli alla coalizione del centrodestra che, in passato, era stato molto benevolo nei confronti degli evasori, una gran massa di persone che stava tirando fuori dalle loro tasche quanto avrebbe dovuto pagare se lo è, invece, rimesso nel portafoglio.
Così si spiega il motivo per cui nel primo trimestre 2008 si è avuto non un rallentamento delle entrate fiscali ma un vero e proprio crollo.
Vediamo adesso quali sono, a giudizio dell’Ufficio Studi CGIA, le aree dove avviene l’evasione o, addirittura, l’elusione.
Sarebbero quattro:
1- l’economia sommersa;
2- l’economia criminale;
3- l’economia delle grandi imprese;
4- l’economia dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese.
Se lo scrivono loro, che è tutto dire, occorre crederci.
Punto 1-
L’economia sommersa è la più diffusa e sottrae al fisco un imponibile di circa 200miliadi di euro all’anno
I lavoratori in nero sarebbe un esercito di circa 3 milioni di unità di cui, parrebbe impossibile, ben 2.300.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o, addirittura, il terzo lavoro.
Punto 2 –
Le organizzazioni mafiose controllano in molte parti del nostro Paese in modo determinante buona parte dell’economia.
La stima del giro di affari “non contabilizzati” è di circa
100miliardi di euro all’anno.
Punto 3 –
Questo è il campo in cui giocano le “grandi società di capitali”.
Ne esistono 800.000 di cui il 50 % dichiara redditi negativi con la conseguenza di non versare nemmeno 1 euro allo Stato.
Il calcolo dell’evasione ammonterebbe a circa
10miliari di euro all’anno.
Punto 4 –
E’ questo un fenomeno che noi tutti possiamo toccare con mano; mancata emissione di scontrini, di ricevute e/o fatture fiscali, che comporta una perdita per l’erario di circa
6miliardi di euro all’anno.
TOTALE
316MILIARDI ALL’ANNO.
Adesso che i conti pubblici sono stati messi a posto, rientrando nei parametri europei (sotto il 3%) credo che il nuovo governo debba contemporaneamente colpite da un lato l’evasione e dall’altro diminuire le aliquote delle imposte dirette a cominciare dai redditi più bassi ed innalzare per questi ultimi, gradatamente, le soglie dell’esenzione anche tenendo conto del numero componente del nucleo familiare.


1 commento:

alberto maranca ha detto...

non hai spiegato il significato letterale dell'acronimo!