Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
Discriminatorio il rifiuto all'adozione da parte di una donna con orientamenti omosessuali
Una cittadina francese ha più volte cercato di ottenere una adozione, ma le autorità francesi hanno però rifiutato la richiesta in considerazione del suo orientamento sessuale.
Per tali motivi è ricorsa alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha ravvisato la violazione degli artt. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione.
Le autorità nazionali avevano basato la loro decisione su due motivi principali: la mancanza di un referente paterno nella famiglia della ricorrente e l’attitudine della compagna di quest’ultima.
Secondo la Grande Camera della Corte, mentre era legittimo accertare l’attitudine dell’altro componente della famiglia indicata dalla ricorrente, in funzione dell’interesse del bambino, sull’altro aspetto aveva invece notevolmente influito l’omosessualità della donna che aveva richiesto di poter adottare un figlio o figlia.
Sentenza del 22 gennaio 2008.
Da noi al solo accenno di legalizzare le unioni di fatto in alcuni aspetti giuridici di una convivenza normale è scoppiato un putiferio.
Teo-con e Teo- senza se ne sono dette di tutti i colori ed a soffrirne sono stai non i contendenti ma moltissimi cittadini italiani cui lo Stato ha voltato le spalle.
Però, diritti niente ma doveri a bizzeffe.
Una presa in giro alla faccia della solidarietà umana.
Il ridicolo sta poi nella circostanza che quali difensori della “famiglia naturale” sono assurti individui che di famiglie ne hanno due se non di più.
Dico e non Dico, tutto il discorso è rimasto al palo e per cinque anni non se ne parlerà più, salvo che……
Discriminatorio il rifiuto all'adozione da parte di una donna con orientamenti omosessuali
Una cittadina francese ha più volte cercato di ottenere una adozione, ma le autorità francesi hanno però rifiutato la richiesta in considerazione del suo orientamento sessuale.
Per tali motivi è ricorsa alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha ravvisato la violazione degli artt. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione.
Le autorità nazionali avevano basato la loro decisione su due motivi principali: la mancanza di un referente paterno nella famiglia della ricorrente e l’attitudine della compagna di quest’ultima.
Secondo la Grande Camera della Corte, mentre era legittimo accertare l’attitudine dell’altro componente della famiglia indicata dalla ricorrente, in funzione dell’interesse del bambino, sull’altro aspetto aveva invece notevolmente influito l’omosessualità della donna che aveva richiesto di poter adottare un figlio o figlia.
Sentenza del 22 gennaio 2008.
Da noi al solo accenno di legalizzare le unioni di fatto in alcuni aspetti giuridici di una convivenza normale è scoppiato un putiferio.
Teo-con e Teo- senza se ne sono dette di tutti i colori ed a soffrirne sono stai non i contendenti ma moltissimi cittadini italiani cui lo Stato ha voltato le spalle.
Però, diritti niente ma doveri a bizzeffe.
Una presa in giro alla faccia della solidarietà umana.
Il ridicolo sta poi nella circostanza che quali difensori della “famiglia naturale” sono assurti individui che di famiglie ne hanno due se non di più.
Dico e non Dico, tutto il discorso è rimasto al palo e per cinque anni non se ne parlerà più, salvo che……
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