sabato, aprile 29, 2006
Gente che va, gente che viene
Gente che viene, certamente, ma c’è qualcuno senza scrupoli che va verso nuovi sentieri, quelli del disonore.
Spesse volte mi sorprendo a ricercare in me stesso una qualsivoglia giustificazione a favore di quei tanti personaggi i quali, dopo aver militato all’interno di uno schieramento politico di sinistra, nel quale hanno anche rivestito delle cariche importanti, passano, a dirla alla francese, d’emblèe, tra le fila di quello di destra. E’ un tragitto questo oramai praticato da molti, più di quanto si possa immaginare, mentre l’opposto percorso trova nel tempo pochissimi imitatori e ben dovrebbe intendersi il perchè.
Ci sarà pur un motivo, questa è stata la mia prima doverosa domanda rivolta a me stesso.
Tale sconfinamento avviene nei due possibili livelli, quello nazionale, dove le fette di torta da spartirsi sono innumerevoli, ed a quello locale dove c’è molto meno da “spolpare”, quasi il rosicchiar di un osso già spolpato altrove e, soprattutto, in questo ristretto ambito quasi familiare siffatti disinvolti atteggiamenti lasciano ai più diverse perplessità con i conseguenti negativi giudizi sulla effettive doti morali del “ mutante” di turno.
Molte notti insonni trascorse non mi hanno aiutato a darmi una seria risposta a questo straziante quesito sebbene un analogo problema mi si fosse già presentato anni or sono allorchè avevo avuto la disavventura di assistere impotente ad un caso analogo, ma per me ancor più doloroso, essendo il protagonista una persona che ritenevo un carissimo amico, compagno in tante occasioni.
Ma d’improvviso ecco il lampo che “d’improvviso mi squarciò il velame”.
Con un certo disappunto ebbi a ricordare come ai miei tempi liceali a scuola ti insegnavano molte nozioni che poi ti impedivano di approfondire, perchè non era nei programmi mi dicevano, così come non era di moda far ragionare gli studenti con la propria testa su quanto studiavi; per intenderci, degli eventi storici, ad esempio, dovevi conoscere a menadito date, nomi, ma le loro cause ed effetti dovevi assorbirle così come erano scritti sul libro di testo, non potevi mai commentarli.
Nel corso di latino abbiamo tutti studiato in letteratura Svetonio, storico avvolto come nascita, vita e morte in un mistero che molti di noi avrebbero voluto tentare di dissolvere ma per i nostri docenti di turno era più importante dissertare se si chiamasse SVETONIO ovvero SUETONIO e “quell’hic Suetonius tranquillus” si riferisse alla certezza che sin lì il testo dello scritto era autentico e non che in realtà questo storico si chiamasse GAIO SVETONIO TRANQUILLO.
Tutto ciò non mi è servito nella vita a nulla ma di tutt’altro effetto sarebbe stata anche per me una storiella tramandata a noi proprio da questo storico afro-romano, che vi propongo adesso senza alcun mio commento, perchè possiate voi stessi risolvere a vostro modo il dilemma che vi ho prospettato.
Diogene stava lavando delle lenticchie per farsi una minestra.
Il filosofo Aristippo, che se la passava bene perchè si era messo a corteggiare il re, gli disse sprezzante: “Se tu imparassi ad adulare il re, non dovresti accontentarti di un piatto di lenticchie”.
“E se tu avessi imparato a vivere di lenticchie” – ribattè Diogene con altrettanto sprezzo – “non avresti bisogno di adulare il re”.
Così racconta Svetonio, ma cosa voleva far intendere il grande Diogene ?
La Sacra Bibbia ci ha anche tramandato che Esaù, figlio di Abramo, cedette per un piatto di lenticchie la sua primogenitura, con tutto quanto era allora ad essa annesso, al fratello Giacobbe.
E’ un bel dilemma ? Ma da oggi, avendo compreso quale sia il vero movente di questi anomali ed indecorosi mutamenti di percorso, potrò riaddormentarmi “tranquillo” perché certi personaggi meglio perderli che trovarseli ancora tra i piedi.
corrado
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